05 giugno 2006

Base Usa, caso mediatico?

Il Caso della nuova base americana a Vicenza sta scatenando anche una guerra mediatica. A tal proposito riportiamo una nota scritta della Lif di Vicenza. Ecco qui di seguito il testo.

GIOVEDI 1-06-2006

- AL CONSIGLIERE DELEGATO DI ATHESIS SANDRO ZELGER
- AL PRESIDENTE DI ASSINDUSTRIA VICENZA MASSIMO CALEARO
- AL DIRETTORE DE IL GIORNALE DI VICENZA GIULIO ANTONACCI
- AL SINDACO DI VICENZA
- ALL'ORDINE DEI GIORNALISTI DEL VENETO
- AL SINDACATO DEI GIORNALISTI DEL VENETO
- AL SINDACATO NAZIONALE DEI GIORNALISTI

- AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

Quanto accaduto in questi giorni a Vicenza attorno al caso Dal Molin è estremamente grave e riporta d'attualità l'importanza della questione relativa all'intreccio tra impresa, politica e media. Ecco una piccola cronistoria.

Due settimane fa l'assessore municipale al traffico, Claudio Cicero di An, ribadisce durante il consiglio comunale che le sue trasferte romane dell'ultimo anno non hanno nulla a che fare col nuovo insediamento militare Usa previsto al Dal Molin. Nella medesima seduta una richiesta di dibattito urgente del consigliere Franca Equizi viene cassata dal sindaco Enrico Hüllweck di Fi con scuse risibili.

Giovedì 25 maggio, durante una infuocata seduta del consiglio comunale, alla presenza dei rappresentanti del comando americano a camp Ederle, l'assessore Cicero, quello che la settimana prima aveva detto che le sue trasferte romane non avevano nulla a che fare col nuovo insediamento Usa a Vicenza, mostra in aula una animazione in tre dimensioni in cui si vedono i progetti della nuova base. Frattanto i parlamentari del centrosinistra, coalizione che da poco governa a Roma, interpellano il governo medesimo per avere lumi circa lo stato della pratica. Iter che era sempre stato negato dalla giunta locale. Sempre giovedì 25 maggio dalla capitale arriva la conferma che l'esecutivo risponderà in sede di question time alla camera il 31 maggio.

Martedì 30 maggio il presidente del consiglio comunale Sante Sarracco si rifiuta di accettare una domanda di attualità e una richiesta di dibattito urgente sul caso Dal Molin, sempre redatte da Equizi; questa denuncia Sarracco per rifiuto d'atti d'ufficio.

Lo stesso giorno in municipio il sindaco incontra il comandante della Ederle Jason Kamiya. Al relativo incontro con la stampa sono invitati solo Il Giornale di Vicenza e Tva Vicenza. Un cronista de Il Vicenza, viene allontanato dallo staff del sindaco perché non gradito.

Mercoledì 31 maggio Il Giornale di Vicenza dedica all'incontro, dal quale emerge nulla di significativo a quanto si legge, grande spazio. C'è la locandina: «A Vicenza i lavori partiranno nel 2007»; la prima pagina: Gli americani scommettono sul Dal Molin, «Lavori dal 2007»; la pagina 11: «La nuova caserma, lavori al via nel 2007»; ancora a pagina 11: «Dal governo Berlusconi il primo sì alla fattibilità»; ancora a pagina 11: Dollari per il raccordo anulare. Non uno spazio alle polemiche consiliari; non una voce dissenziente.

Lo stesso giorno alle 15 in diretta sulla Rai il vicepremier Francesco Rutelli sbugiarda davanti a tutti gli italiani la giunta berica della CdL, spiegando alla nazione che gli americani avevano espressamente chiesto di coinvolgere la cittadinanza vicentina, ma che la giunta ha taciuto, sempre.

Giovedì 1 giugno, il Giornale di Vicenza dedica alle dichiarazioni di Rutelli e dell'onorevole Mauro Fabris (Udeur) un modesto taglio a pagina 13, nel quale tra l'altro non si menzionano le accuse di avere mentito alla città. Si apre invece la cronaca locale con un servizio che parla di alcuni barboni a monte Berico.

Giovedì 1 giugno il quotidiano Il Vicenza torna sull'argomento relativo alla esclusione di tutte le testate locali dall'incontro con il generale Kamiya (con la esclusione di Tva e de Il Giornale di Vicenza). Hüllweck pacificamente ammette, si citano le parole virgolettate: «Solo cronisti graditi... si trattava di comunicazioni politiche... non avevo alcun obbligo di inviatre testate che non gradisco o che non ritengo in linea con il mio operato». Gli esclusi, fra i tanti, sono: Il Gazzettino, Il Corriere Veneto - Corriere della Sera - Il Vicenza; Vicenza Più; La Sberla; Canale 68 Veneto; Antenna Tre.

Premesso che in queste ore Ordine dei Giornalisti e sindacato si stanno occupando di questa incresciosa vicenda, emerge lampante come la esclusione di alcune testate sia stata architettata per confezionare una realtà mediatica difforme da quella reale (per quale arcano motivo? Quali interessi poco chiari ci sono in ballo?). Ci stupisce che un giornale come Il Giornale di vicenza possa prestare il fianco, chissà per quali ragioni, ad una operazione del genere, ma invitiamo tutti a prendere in considerazione la gravità di quanto accaduto.

Caro sindaco quando una testata non esercita il suo ruolo in modo critico ed è «in linea con il suo operato» per usare le sue parole, non è più una testata giornalistica ma un ufficio stampa. E il comune un ufficio stampa già ce l'ha. Dobbiamo capire, per la proprietà transitiva, che le caratteristiche del bravo operatore nelle public relations vadano affibiate alle testate a lei amiche?

Faccio presente un altro paio di cose, signor sindaco. In consiglio comunale il consigliere Equizi le ha chiesto a più riprese se Tva e Il Giornale di Vicenza beneficino di convenzioni col comune. È vero? Le ricordo che un giornalista di Tva, Luca Fajetti tratta di politica comunale guarda caso, è stato pizzicato (documentato dai verbali delle sedute) come beneficiario di un contributo in denaro da parte del comune per aver svolto il ruolo di coordinatore di una testata comunale. Non un è un conflitto di interessi? Le ricordo che un giornalista, anzi un ex giornalista di Tva, Fabio Carraro guadagna 180 milioni di lire all'anno per fare il portavoce del primo cittadino. Sì proprio quel Carraro che ha escluso materialmente gli altri dalla conferenza stampa incriminata. Caro sindaco, ricordare i suoi trascorsi nel Msi e la sua idiosincrasia verso il contraddittorio è sin troppo facile, ma la città deve sapere. La città deve anche sapere come alcune testate locali però hanno prestato il fianco a questo gioco tanto scandaloso quanto pagliaccesco, quanto inutile, perché la città ora è più inviperita di prima.

Ultima annotazione. Fa specie che a stigmatizzare l'accaduto (vedi Il Vicenza di oggi pagina 23), sia stata la sezione veneta del sindacato dei giornalisti e non quella vicentina. Perché? C'è qualcosa che il sindacato locale sa o non sa?

Emanuele Rivellino
segretario provinciale LIF