05 giugno 2006

Caso GdV, troppe cose non si capiscono

A leggere Il Giornale di Vicenza di questi giorni non si capiscono troppe cose. Non si capisce perchè si difenda l'operato della testata e dei cronisti, da un presunto svarione del sindacato dei giornalisti veneti, visto che il sindacato non ha attaccato alcuna testata né tanto meno qualche cronista de Il Giornale di Vicenza, bensì il sindaco berico (vedi comunicato della Associazione della Stampa Veneta). Insomma a leggere il pezzo del 2 giugno 2006 Non si capisce perché il maggior quotidiano berico individui nel dispaccio del sindacato (nemmeno pubblicato, non è che si teme il confronto del lettore per caso?) una critica che non c'è. L'unica cosa che viene in mente è un detto latino medievale: excusatio non petita accusatio manifesta.

E la cosa si ripete puntualmente oggi ancora in termini più farseschi. Il Giornale di Vicenza titola: Il segretario della Fnsi corregge lo svarione del sindacato dei giornalisti del Veneto. Ovviamente nel comunicato autentico del segretario della Fnsi non c'è alcun accenno a svarioni o lacune della componente regionale della Fnsi; Serventi Longhi ripete in modo diverso quanto già detto dal presidente dello stesso sindacato Franco Siddi: ovvero staffilate per Enrico Hüllweck (Il Vicenza, 3 giugno 2006): «Un attacco al pluralismo, un tentativo di creare una stampa embedded che rappresenta un grave errore per chi ha un mandato pubblico da rispettare». Insomma o Serventi Longhi smentisce Siddi o Siddi e Serventi Longhi dicono la stessa cosa, allora è Il Giornale di Vicenza che è andato per farfalle, finendo così per abbaiare all'albero sbagliato. Mi sembra di capire che la logica difetti a qualcuno. Non si capisce poi come mai una stuolo di politici, diciamo così di primo piano oltre al forzista Enrico Hüllweck che sua sponte ammette «si trattava di comunicazioni politiche... non avevo alcun obbligo di inviare testate che non gradisco o che non ritengo in linea con il mio operato» si metta a esternare sui giornali. I nomi? Arrigo Abalti di An; Matteo Quero dei Re; Ubaldo Alifuoco, Diego Bardelli e Gigi Poletto dei Ds. Perché questi signori difendono Il Giornale di Vicenza e il suo cronista (Gian Marco Mancassola è vermanete in gamba e non ha bisogno di nessuna difesa per un qualcosa che non ha fatto) da una accusa mai mossa da nessuno? Ancora: excusatio non petita, accusatio manifesta. Ma allora che sta succedendo alla direzione de Il Giornale di Vicenza. C'è aria di critica per la linea assunta dal direttore Giulio Antonacci e garantita dal presidente di Assindustria Massimo Calearo che tra qualche ora riunisce i vertici di Confindustria? Ci sono crepe all'interno della redazione o i messaggi dati in pasto al pubblico non sono che segnali per qualche giornalista dissenziente, magari guardato un po' più a vista di qualcun altro o magari lasciato a ricoprire incarichi tranquilli? C'è qualcuno dei soci di Athesis, la società che controlla il GdV, con impellenti bisogni urbanistici che brama perchè l'informazione sul caso base Usa 2 sia un po' più ovattata rispetto a ciò che l'etica professionale vorrebbe?

1 Comments:

At 18:11, Anonymous Anonimo said...

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