04 febbraio 2006

Condono tangenti: al peggio non c'è fine

Riproduco qui di seguito un articolo di Massimo Fini, pubblicato ieri da Il Gazzettino. In questi giorni ha fatto scalpore la vicenda delle vignette satiriche. Vicenda per certi aspetti sterile, perché per definizione satira e sarcasmo non hanno confini. Men che meno nei confronti di ogni credenza religiosa, qualsiasi essa sia. Occidentale, asiatica, amerinda o quantaltro. La gente però dovrebbe scandalizzarsi invece per la legge che condona le tangenti.

IL GAZZETTINO Venerdì, 3 Febbraio 2006; PAG. 4

LOR SIGNORI S'INVENTANO IL CONDONO TANGENTI

Spulciando fra le pieghe dell'ultima Finanziaria la Corte dei Conti ha scovato un codicillo secondo il quale chi è stato condannato dalla magistratura per danni all'erario o per tangenti può sanare tutto pagando una somma che va dal 10 al 20% di quanto contestato. Un condono non dichiarato e mascherato che, oltre a mal conciliarsi con «i principi della certezza del diritto», come ha detto il procuratore generale della Corte, Vincenzo Apicella (ma ormai, in Italia, alla certezza del diritto e della pena, fra processi che durano decenni, prescrizioni abbreviate, inappellabilità, benefici vari, abbiamo tutti rinunciato), costa 60 milioni di euro l'anno allo Stato, cioè alla collettività, cioè a noi. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che di quella Finanziaria è l'estensore e il principale responsabile, ha commentato: «Siamo stati beccati». Ma la critica si pareggia con le considerazioni critiche della stessa Corte sulle norme relative all'abuso di ufficio degli anni '90 note come «salva Prodi».

Ma che modo di ragionare è codesto? Un abuso di una parte politica si sana e si legittima perché si «pareggia» (espressione davvero ineffabile) con quello di un'altra parte politica? Buono a sapersi. Vorrà dire che se domani ucciderò qualcuno il mio delitto si pareggerà, si sanerà e si legittimerà perché il mio vicino ha fatto altrettanto.

Che modo di ragionare è codesto? È il modo di ragionare della nostra classe politica. Quando si è scoperto quello che peraltro si sapeva già e cioè che nell'intreccio fra affari e politica anche la sinistra ha i suoi scheletri nell'armadio, la destra ha esultato: «Non potete vantare nessuna superiorità morale. Siete lerci anche voi».

Ma che bella festa. E il cittadino? Il cittadino deve assistere impotente a queste arroganze, a queste impunità, a questi autentici sberleffi nei suoi confronti. Poiché siamo in democrazia non può far nulla. Non può decapitare il re nè spazzare via simili classi dirigenti con un bagno di sangue come fecero ai loro tempi le rivoluzioni democratiche, inglese, francese, americana, con i loro predecessori. Dovrà anzi il prossimo aprile andare alle urne per legittimare costoro affinché possano impunemente continuare a «pareggiare» il loro lerciume.

Io non so che cosa abbia compreso il cittadino della vicenda Antonveneta-Banca Popolare-Unipol con lo scambio di accuse che la cosidetta destra e la cosidetta sinistra si sono reciprocamente lanciate. Ma penso che abbia almeno capito che costoro di tutto si occupano tranne che dei suoi interessi. Come del resto risulta evidente dalle vergognose zuffe preelettorali di questi giorni, dall'occupazione di ogni microspazio televisivo e radiofonico dove costoro vanno a pietire, col cappello in mano, come dei questuanti, il consenso di quel cittadino dileggiato e disprezzato per cinque anni, senza rendersi conto che più appaiono con i loro mascheroni più provocano una reazione di istintivo rigetto. Spettacoli indecorosi durante i quali il presidente del Consiglio ha trovato il modo di esibirsi a Radio 105 stornellando «Ciucculata 'e cafè», una canzone composta con il suo buffone personale, ma non il tempo di andare a assistere ad Umbertide ai funerali di Donato Fezzuoglio, il carabiniere di trent'anni ucciso dai malviventi lunedì scorso, un italiano come tanti, un fesso che credeva ancora nel suo mestiere, nel dovere, nella legge. Per giochetti canori del genere Nerone fu costretto al suicidio. Ma per fortuna oggi siamo in democrazia.

Chissà se il nove aprile gli italiani ricorderanno quanto ha scritto Norberto Bobbio che pur alla difesa della democrazia ha dedicato tutta la sua lunga vita: «Oserei dire che l'unica vera opinione è quella di coloro che non votano perché hanno capito... che le elezioni sono un rito cui ci si può sottrarre senza danni».

Massimo Fini
(www.massimofini.it)

ULTIM'ORA

Approfitto di questo post già aperto e della notorietà solo indotta ovviamente, di Fini per aprire una piccola parentesi. Da settimane mi domando. Che fine ha fatto la querelle attorno al mancato decollo dell'aeroporto civile? Faccio una brevissima cronistoria.

Tutto nasce dalla società informatica Nautilus di Teo Salin, che a sua volta filia per gemmazione la cooperativa dalla quale nasce Vicenza Abc (...) Abc Chiude (...). Con vasta eco sui giornali Salin lancia l'idea di RegionAli, la compagnia che dovrebbe far decollare lo scalo lavorando in sinergia con Aeroporti Vicentini spa, capitanata dal presidentissimo Beppe Sbalchioero amico, o ex amico della della presidente della provincia Manuela Dal Lago. Salin va per le vie legali con i soci di Region.Ali che sembra lo rimborsino (rimborserà anche il debito che aveva con la fantomatica banca?). Salin diventa presidente di un ramo di Assindustria che si occupa di imprese hi-tech. Nasce Voli Regionali la compagnia che dovrebbe far decollare lo scalo in sinergia con Aeroporti Vicentini. Prima indiscrezione però. Sembra che tra i soci di Voli Regionali oltre ad una nutrita rappresentanza di membri della giunta di Assartigiani, ci sia la moglie di Sbalchiero e il direttore dello scalo berico Mario Martello. Orbene, visto che tra questa gente sembra funzionare il meccanismo della richiesta di risarcimenti non è che questo meccanismo è fittizio ed è inteso a generare una partita di giro per la quale chi paga è il contribuente? Ipotizzo una storia di fantapolitica. Che succede se in giugno, prima di depositare il bilancio di Aeroporti Vicentini e prima (o pochissimo dopo) di ricapitalizzare il debito della società pubblica e privata, Voli regionali chiede cinque miliardi di lire di risarcimento a Aeroporti Vicentini? Magari per qualche presunta irregolarità nella gestione del rapporto delle due società? Potrebbe succedere che Voli Regionali (società privata, vicina a Sbalchiero) chiede il risarcimento a Aeroporti Vicentini (società de facto pubblica vicina a Sbalchiero)? Potrebbe succedere che le due spa prima fanno finta di andare per vie legali e poi si accordano con rimborso della spa pubblica ai privati? Non ci sarebbe un conflitto di interessi se la società pubblica capitanata da Sbalchiero accordasse un risarcimento ad una società privata a lui vicinissima? Se a giugno canno la previsione chiedo scusa a tutti i lettori. Se ci prendo qualcuno dovrà delle spiegazioni, magari alla magistratura.

modified october 17th 2006