30 giugno 2005

Mi brucia l'albergo!

Vi ricordate il caso Hotel De La Ville? L'assessore all'urbanistica Maurizio Franzina (Fi) non ha mai detto in aula che all'albergo di via Rattazzi è stato rilasciato il certificato anti-incendio dai vigili del fuoco. Se le cose stessero veramente così la cosa sarebbe gravissima e l'hotel dovrebbe essere chiuso dal comune in quanto inagibile. Chi ci capisce qualcosa? Gli aficionados del centrodestra nel 1999 salutarono l'arrivo del sindaco Enrico Hüllweck come l'avvento del primo cittadino tutto legge e ordine, ma soprattutto in tema di edilizia e urbanistica il clima parrebbe il solito tipico delle amministrazioni della peggior Dc, forti coi deboli e deboli coi forti, soprattutto se imbroglioni. Bene, sul De La Ville attendiamo risposte... Altra questione. Sul De La Ville avrebbe dovuto vigilare anche la provincia, ma lo ha fatto? Per di più a palazzo Nievo da alcuni giorni si vocifera di una burrasca che dovrebbe abbattersi sul settore ambiente; si parla addirittura di arresti che potrebbero materializzarsi nel giro di qualche settimane... chi vivrà vedrà...

29 giugno 2005

I rebus di palazzo Trissino

La situazione politica in comune a Vicenza sta assumendo tratti paradossali, perché sulle prime sembra impossibile capire che cosa stia succedendo. Una tra le responsabilità è senz'altro di noi giornalisti, che non siamo andati a fondo della questione, magari lasciando da parte gli approfondimenti per stare dietro alle girandole di una cronaca amministrativa che da sola non è in grado fotografare con dettaglio sufficiente ciò che sta capitando nel capoluogo. Ben più gravi però sono i silenzi del primo cittadino forzista Enrico Hüllweck, il quale a fronte della più grave crisi mai capitata al suo esecutivo si sta comportando con scarso senso delle istituzioni, rifiutandosi di dare spiegazioni per la paralisi del suo centrodestra.
L'ANTEFATTO. La goccia che ha fatto traboccare il vaso rispetto ad una situazione già tesa tra i partiti della maggioranza della Cdl è stata l'intervista su Il Giornale di Vicenza a Maurizio Borra del 12 giugno. A Vicenza, tutti lo sanno ma nessuno lo dice, Borra non è solo in personaggio di secondo piano di Forza Italia, ma è uno dei consulenti legali di Gaetano Ingui. Quest'ultimo è a capo del più importante gruppo di costruzioni locali e per di più è un influente membro del consiglio di amministrazione di Athesis, la società che controlla proprio il giornale di Vicenza.
Il 12 giugno l'avvocato Borra, cui il GdV ha dedicato una intera pagina con tanto di intervista redatta dal direttore Giulio Antonacci, ha sparato a zero contro l'assessore all'urbanistica Maurizio Franzina. Un'intervista piena di toni duri, di attacchi personali e di messaggi in codice, che per gli addetti hanno un significato preciso. Il significato che sul versante dell'urbanistica (il più delicato per la vita del comune, visto che vi ruotano attorno interessi per centinaia di milioni di euro) è alle porte uno sconvolgimento.
IL PRIMO DUBBIO. Borra demolisce politicamente Franzina. Lo attacca soprattutto su alcuni piruea portati avanti dalla amministrazione (i piruea sono piani di riqualificazione urbana proposti dai privati alla giunta, che proprio perché di iniziativa non pubblica dovrebbero avere per i privati stessi una serie di oneri ben maggiori da trasferire a beneficio del comune). Borra però lascia in una sorta di limbo il sindaco, dimenticandosi che per i piruea la paternità politica è in primis del capo dell'esecutivo, mentre quella tecnica è dei privati stessi e degli uffici tecnici del comune, capeggiati dalla moglie del sindaco Lorella Bressanello, potentissimo direttore del dipartimento del territorio. In quest'ottica Franzina non è che il mero estensore di delibere che hanno il placet politico del primo cittadino (altrimenti non andrebbero in giunta) e soprattutto, la benedizione amministrativa della Bressanello; una benedizione assai più importante visto che la legge Bassanini affida la responsabilità delle scelte operative del comune non più ai politici bensì ai tecnici e agli alti funzionari comunali. Detto tutto ciò come mai Borra non attacca i due deus ex machina dei piani tanto contestati, ovvero i coniugi Hüllweck?
LA POSIZIONE DI FRANZINA. E così in questo scenario rimane da capire come mai Franzina sia stato oggetto di un attacco (sono le parole del consigliere leghista Franca Equizi) da parte del gruppo Ingui. I detrattori dell'attuale assessore all'urbanistica sostengono che quest'ultimo abbia avuto una gestione del territorio assai personalistica e che buona parte delle trasformazioni urbanistiche sponsorizzate da vari privati siano opera sua. Se questa interpretazione è corretta ciò significa che lo scontro di questi giorni sull'urbanistica va addebitato al fatto che probabilmente Franzina, portatore delle istanze dei nuovi volti delle costruzioni, abbia pestato i piedi al grande Ingui, lobbista tradizionale del mattone berico.
LO SCHEMA DEI POTERI E DELLE ALLEANZE. Così, se si assume per buona questa impostazione, si rende necessario un breve excursus per capire come si sono evoluti gli equilibri di palazzo Trissino.
Nel 1999 Enrico Hüllweck era stato visto come l'uomo nuovo; il sindaco che a tutti i costruttori doveva dare pari opportunità senza favoritismi. L'antidoto contro le politiche dirigistiche dell'urbanistica del centrosinistra, che vedevano una parte del centrosinistra medesimo molto vicino alle istanze di Ingui. Un centrosinistra che nel 1998 cadde proprio perché il blocco ostile al costruttore ed ai suoi alleati si impuntò su alcune questioni giudicate irrinunciabili (limitazioni delle altezze, rivisitazione dei grandi piani di urbanizzazione con più standard e opere a favore del pubblico, maggiorazione degli oneri di urbanizzazione a carico dei privati e via dicendo).
Nelle primissime fasi del suo gabinetto, Hüllweck tentò di muoversi in questa direzione, ma dopo il fidanzamento con Lorella Bressanello (già dipendente del gruppo Ingui secondo indiscrezioni giornalistiche mai smentite) l'asse dell'urbanistica si spostò a favore del gruppo Ingui fino al completamento nel 2003 del grande accordo sul piano Pomari e sul nuovo teatro col quale si siglava non un semplice armistizio con Ingui, ma un vero trattato di pace. Una pace giudicata inaccettabile da quasi tutto il centrosinistra, la quale costò l'allontanamento dell'allora segretario generale municipale Letterio Balsamo e per la quale Franzina, da poco divenuto assessore al territorio si adoperò affinché le parti (privati e comune) giungessero ad un accordo.
Il tempo però passa. Nel 2003 in una estate avvelenata il sindaco rivince le elezioni. In dicembre il primo scoglio è l'approvazione in un clima da ultimo scontro del piano per il comparto Cotorossi dove sorgerà il nuovo tribunale. A palazzo Trissino si dice che sull'area che fu del premier Silvio Berlusconi, aveva messo gli occhi pure Ingui, ma tra urla e risse verbali il piano passa per il rotto della cuffia. Il tempo passa ancora, si arriva alla data fatidica del 28 febbraio 2005 dopo la quale le maxi varianti ai piani regolatori avranno una battuta d'arresto. Inevitabile l'assalto alla diligenza, al sacco del territorio come da più parti viene definito in quei giorni in sala Bernarda. In consiglio infatti scoppia un inferno per la variante alla zona industriale. Faticosamente si raggiunge un accordo: gli industriali vicini a Franzina (e al sindaco) ottengono il sì alla variante che vale mezzo miliardo di euro. In cambio la giunta vota otto piruea. Alcuni di questi sono graditi al blocco che sponsorizza Franzina; uno invece quello di San Felice, il più cospicuo, è caldeggiato da Ingui e dalla provincia.
LA NUOVA MAPPA. E così arriviamo ai giorni nostri con una mappa del potere locale tutta da decifrare. Una ipotesi di schema è questa. Dalla parte del sindaco e della Bressanello c'è l'eurodeputato azzurro Lia Sartori, con lei Mario Giulianati e Gerardo Meridio. Franzina che non appartiene alla corrente politica che in Fi fa capo agli ex socialisti, appoggia comunque il primo cittadino. Anche l'area del Carroccio prossima al senatore Stefano Stefani sarebbe da ascrivere a questa cordata. Gli imprenditori vicini a questo schieramento sarebbero in primis la potentissima famiglia Amenduni (acciaierie Valbruna) e la famiglia Cestaro (centro commerciale Palladio-Unicomm). Sempre vicina alla Sartori ci sarebbe il blocco di Ponte Alto, ovvero di quella galassia di operatori immobilari che ruotano attorno a palazzo Oro e alle lottizzazioni limitrofe e che hanno nell'architetto Sergio Carta (ex vicesindaco socialista di Vicenza) il braccio operativo. Franzina invece sarebbe il faro dei volti nuovi appunto (non solo Cestaro quindi, vedasi lottizzazione a Vicenza est), ma anche quella galassia di piccoli e medi operatori che in parte nella zona ovest, ma soprattutto nella zona est ha chiesto durante gli ultimi tre anni la possibilità di ampliare o costruire.
Dall'altra parte ci sarebbe la fazione avversa. L'area politca di riferimento è quella della corrente democristiana di Fi che fa capo a Giorgio Carollo. Con essa, con peso forse ancor maggiore l'area della Lega che fa riferimento alla presidente della provincia Manuela Dal Lago. Un asse che più di qualche feeling lo trova pure nel centrosinistra che con i socialisti a Vicenza aveva governato a lungo. Gli sponsor economici di questo schieramento vanno ricercati appunto nel gruppo Ingui, in Massimo Calearo, presidente di Assindustria berica; un po' più defilati con posizioni tutte da definire e di attesa il presidente della Popolre di Vicenza Gianni Zonin e il patron della Fitt e della Vernice Immobiliare Rinaldo Mezzalira.
QUESTIONE MEDIATICA. Quest'ultimo schieramento, ha dato molte preoccupazioni al sindaco che da un pezzo si trova con poca copertura mediatica visto che il GdV è saldamente in mano al duo Ingui-Calearo e che Tva, un tempo di Mezzalira è data in vendita proprio agli industriali vicentini. Il 12 giugno Franzina non a caso parlò di "comportamento poco comprensibile da parte di una certa stampa" e non lesinò le stilettate nei confronti di Borra.
IL GRANDE DUBBIO. Non è allora che tutto questo trambusto sull'urbanistica è dovuto al fatto che l'ala dei lobbisti storici non gradisce l'invasione di campo da parte dei nuovi soggetti? Non è che il sindaco si è trovato in mezzo ad una guerra tra potentati economici nella quale non riesce più a mediare e che lo scalpo chiesto per Franzina sia un modo per dire "da ora si ritorna alle vecchie regole non scritte perché con questi ultimi piruea vi pappate tutto voi?" E non è per caso che dall'altra parte qualcuno è pronto ad aprire i cassetti, come a dire se cado io mi porto dietro, o peggio dentro, tutti?
In un clima del genere sono queste le risposte che il sindaco dovrebbe dare. Si ha l'impressione però che nessuno voglia mettere le mani in un termitaio in cui le operazioni poco limpide, semplicemente stando alle dichiarazioni di esponenti di maggioranza e opposizione, stanno da tutte e due le parti. Se quanto espresso sino ad ora non è vero o non lo è in parte, il sindaco deve farsi avanti e accettare un dibattito in aula, altrimenti dubbi e sospetti prolifereranno come i funghi ai piedi nel caldo di questi giorni. Se quanto prospettato è vero invece il sindaco deve dimettersi; perché in uno scenario da assalto alla diligenza o è rimasto a guardare o ancor peggio ha preso le parti una volta di uno una volta dell'altro.
LA QUESTIONE FONDAMENTALE. Tant’è che la questione fondamentale della quale nessuno vuole parlare è un'altra ancora. Questa risiede nelle modalità con le quali si sono redatti i piruea presentati in questi anni. Da una o dall'altra fazione. Il piruea proprio perché è un intervento in cui è il privato a chiedere "in ginocchio" il sì del comune dovrebbe dare tanto all'amministrazione. In termini brutali dovrebbe pagargli una sorta di pizzo a fin di bene per poter costruire. Con un indirizzo chiaro. Primo, le opere di urbanizzazione primarie (fogne, acqua, luce, gas, parcheggi e altri sottoservizi) costano una barca di soldi che si deve sobbarcare interamente il privato perché è lui a chiedere al comune di poter edificare. Secondo, fatto 100 il valore del costruito al comune deve spettare in ulteriori opere o in quattrini almeno 30 altrimenti non si tira su un mattone (escluse quindi le opere di urbanizzazione). Questa è la famosa urbanistica concertata come viene praticata in Gran Bretagna, in Germania o in Olanda dove se si scopre un abuso edilizio lo si abbatte subito e si addebita la spesa a chi lo ha compiuto. Sul quantum però i privati daranno al comune nessuno parla appunto. Perché questo ambito dei piruea viene taciuto? L'unico a farsi avanti coraggiosamente è stato il segretario cittadino di Fi Lele Galla che in aula senza remore ha detto in sostanza che i piruea sono un modo sicuro per far avere al comune 35 milioni di euro. La domanda è questa: sono sufficienti o no rispetto ai disagi che comportano? E non si rischia di depauperare per sempre il territorio civico? Un consigliere comunale inglese o tedesco direbbe che quella cifra va almeno moltiplicata per quattro perché, ricordiamolo, tutti i piruea messi insieme valgono mezzo miliardo di euro. E pantalone, cioè il comune “che ce pija” direbbero a Roma? Due aiule, la rotatoria di turno che serve al condominio di lusso per non essere strangolato oggi da un traffico che comunque lo soffocherà domani, qualche pseudo centro civico per nonnetti più o meno rincoglioniti ai margini dei grandi insediamenti. Comunque, al di là del fatto che siano urbanisticamente sostenibili o meno, se i progetti passano, il comune deve vedersi riconosciuto il giusto. I nuovi insediati infatti in che scuole manderanno i figli? Se le costruiranno nei piruea? Su che marciapiedi cammineranno, su marciapiedi privati lastricati di marmo dai costruttori? In quali parchi andranno? Di quali altri servizi godranno? Pubblici ovviamente, pagati da chi paga le tasse e da quei costruttori che hanno agito correttamente e che qualcuno vede quindi come poveri fessi. È bene quindi che con i nuovi piruea il privato paghi il dovuto, salato quindi, perché sarebbe inaccettabile che i margini di profitto spaventosi realizzati negli ultimi vent'anni dai vassalli, dai valvassori e dai valvassini del mattone (e forse dai loro lacché della politica) siano il frutto di qualcosa che invece doveva incamerare il comune. Il che spiegherebbe tra l'altro il perché della melassa urbanistica che ha reso la provincia di Vicenza, la provincia del Palladio, e il suo capoluogo, una accozzaglia inguardabile di case e capannoni.
Marco Milioni - Il Tracciante

17 giugno 2005

Caso Franzina, i silenzi di Hüllweck

La burrasca politica che sta interessando l'assessorato all'urbanistica non si è affatto sopita. Ma in queste ore va fatta una piccola grande considerazione. Come mai fino ad ora il sindaco Enrico Hüllweck non ha proferito verbo e non ha usato uno straccio di parola per difendere il suo assessore più importante?

16 giugno 2005

Caso Franzina, i veleni sull'urbanistica cittadina

Durante questi ultimi giorni l'intervista rilasciata domenica 12 giugno al GdV da Maurizio Borra, segretario amministrativo di Fi ha scatenato un pandemonio. Ecco alcune reazioni pervenute che pubblichiamo qui di seguito.

Lo stato dell’urbanistica in città
(documento redatto il 14-06-2005 dalla opposizione consiliare, esclusa la civica Vic. Primo firmatario il diessino Ubaldo Alifuoco)

Ormai da molto tempo la situazione dell’urbanistica soffre di alcuni mali che stanno producendo danni gravi all’aspetto della città, all’ambiente sociale, alla credibilità della pubblica amministrazione. Prima di trarre alcune conclusioni politiche, citiamo dei fatti precisi: solo alcuni tra quelli che hanno caratterizzato le politiche urbanistiche e i corrispondenti comportamenti dell’assessorato in questi ultimi anni.

Variante generale al PRG
Nella primavera 2001 venne dato incarico al prof. Crocioni di stendere il DPP (documento programmatico preliminare) per la costruzione del nuovo piano regolatore. Al di là del giudizio su quel documento, va oggi rilevato che a distanza di quattro anni la politica urbanistica dell’assessore si è diretta e si sta dirigendo in altre direzioni. Infatti, il quadro propositivo disegnato nella Variante Concioni, poi approvata dal Consiglio, non è certo quello che vediamo concretizzarsi nelle specifiche scelte e nei progetti deliberativi successivamente proposti dall’assessore. Basti pensare agli attuali Piruea, al Bid, a quanto avviene in fatto di mobilità, ecc.
L’operazione Variante è costata un bel po’ di soldi (solo per il lavoro di Crocioni e per l’assunzione di personale specificamente dedicato a seguire la progettazione della Variante, si sono spesi alcuni miliardi di lire). Essa ha aperto aspettative notevoli sia per la soluzione di problemi connessi alla vivibilità ed alla bellezza della nostra città, sia per la concertazione democratica delle soluzioni. Oggi possiamo constatare che tali aspettative sono state tradite e che la “sofferenza” della città è in costante aumento. Sofferenza che si riscontra nelle condizioni ambientali, nel poco trasparente rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, nello stesso rapporto tra comune ed altre istituzioni; in definitiva: nel livello di bellezza della nostra città.

Bando per gli interessi diffusi (Bid)
Alla fine del 2002, prima dell’avvio della campagna elettorale per le elezioni amministrative, l’assessore presentò la deliberazione con la quale si inventava il cosiddetto Bid (bando per gli interessi diffusi), strumento certamente legittimo ma non previsto da alcuna legge urbanistica. Tramite tale atto, si invitarono i cittadini a presentare ogni sorta di domanda per interventi di carattere urbanistico. Arrivarono circa 2000 domande presentate da oltre 1200 cittadini del Comune.
Tale operazione ebbe fin dall’inizio una chiara impronta elettoralistica ed oggi, a distanza di due anni, si è confermata come tale. Infatti, gli elementi che orientano verso questa interpretazione sono i seguenti:
• il Comune rispondeva ai presentatori con una lettera dalla prosa volutamente ambigua. Prosa che molti cittadini interessati interpretarono come una assicurazione che il problema proposto sarebbe stato accolto favorevolmente;
• tale bando dava all’assessore l’opportunità di creare un notevole numero di contatti (cosa che poteva garantire un ottimo ritorno elettorale);
• la “commissione consiliare”, specificamente prevista per il controllo della trasparenza delle procedure di esame delle domande raccolte a seguito del Bid, non venne mai varata. Infatti, il Consiglio non riuscì ad approvare la delibera costitutiva. E ciò proprio perché non parve accettabile che a sua composizione (tra membri di maggioranza, di opposizione e di giunta) vanificasse un reale controllo da parte delle opposizioni. Alla fine, preso atto che in Consiglio la delibera non riusciva a passare, l’assessore optò per una delibera approvata dalla sola giunta con cui si varava una commissione composta da soli membri di maggioranza e di giunta. Si capisce bene che tale fatto risultò essere una presa in giro: in una istituzione democratica non si è mai vista una commissione di controllo dalla quale vengono esclusi i membri delle opposizioni;
• comunque, dalla data della sua costituzione (vale a dire da oltre due anni) tale commissione non si è mai riunita;
• in conclusione, il Bid è completamente fermo. I cittadini che hanno presentato domande, la gran parte delle quali nasce da problemi reali e legittimi, si sentono presi in giro. Le stesse dichiarazioni del difensore civico, dott. Massimo Pecori, sono emblematiche. In una clamorosa sua intervista al Giornale di Vicenza del 29 maggio scorso, il difensore civico sosteneva: “… nel 2002 venne pubblicato il Bid, cui risposero centinaia di persone, nelle quali si generarono molte aspettative. Nella realtà, però, a distanza di tre anni, la maggior parte di quelle richieste non sono state accolte. … molti cittadini chiedono conto dei risultati di quel bando … Il mio invito all’Amministrazione è di tutelare la propria immagine, difendendola dalle voci su un’operazione puramente elettoralistica del Bid.”

I Piruea
La gestione di tali piani urbanistici è a dir poco disarmante per la confusione, per la mancanza di trasparenza, per l’intrico di interessi che hanno posto in evidenza. Alla luce di tali elementi e difficile pensare che attraverso i Piruea proposti l’immagine della città e la sua corrispondenza alle diffuse esigenze sociali possano migliorare. Alcune di queste operazioni erano talmente improponibili che sono saltate non appena sono state portate all’attenzione dell’opinione pubblica da parte di alcuni consiglieri e della stampa. Basti citare, tra le più recenti:
a) il Piruea Villa Madonna (progetto volto ad edificare nella valletta sita tra la strabella Del Diavolo e lo storico porticato che conduce a Monte Berico);
b) il progetto di edificazione nell’area occupata dal pioppeto lungo l’inizio della strada che conduce a Bertesina.
Ma ancora più emblematica è la vicenda degli otto Piruea portati all’esame della Giunta ed adottati a ridosso del 28 febbraio scorso, data ultima di validità di questo strumento urbanistico. Infatti, con il primo marzo 2005 è entrata in vigore la nuova legge regionale che prevede iter e competenze sostanzialmente differenti.
Questi Piruea, adottati con una discussione lampo che certo non ha consentito ai singoli assessori di valutare appieno i contorni giuridici ed urbanistici dei problemi che si ponevano, intervengono in aree delicatissime ed importanti per le quali sarebbe corretto e saggio un coinvolgimento vasto dei consiglieri e delle associazioni rappresentative di interessi nonché della cittadinanza nel suo insieme. Questi piano riguardano: il Campo Federale; Ponte Alto; l’area del casello di Vicenza Ovest; l’area ex-Lanerossi; l’area FTV; San Silvestro; via Torino.
A solo titolo di esempio, citiamo:
a) il Federale, predisposto per edificare in una delicatissima zona a vocazione sportiva;
b) i piani di Ponte Alto e del casello Vicenza Ovest, per i quali sia alcuni consiglieri sia la stessa Provincia hanno sollevato problemi di legittimità.
Significativa la reazione di larghe e qualificate fette di opinione pubblica nonché di membri della stessa maggioranza. Illuminante ancora l’intervista del difensore civico: “Visti gli interventi di molti consiglieri di centrodestra, viene da pensare: ma se certi interventi non convincono nemmeno una parte della maggioranza, siamo sicuri che rispecchino tutti la volontà della gente?”.

La questione della zona industriale ovest
Emblematica pure la vicenda della zona industriale ovest, dove gli abusi hanno progressivamente raggiunto livelli notevoli, creando un danno sia alle aziende rientranti nei parametri del PRG, sia alla città nel suo insieme. Da qualche anno il tema era stato sollevato e ripreso più volte in interrogazioni a cui l’assessorato ha sempre risposto con insufficienza, minimizzando il problema o rimandando il tutto a soluzioni in corso di studio.
Con il moltiplicarsi delle prese di posizione, l’assessore ha dovuto avviare i controlli che confermavano e superavano le previsioni delle nostre interrogazioni. Lo stesso assessore si impegnava a portare in Giunta e poi in Consiglio una deliberazione concertata soprattutto con i soggetti interessati al lavoro in z.i.. La bozza proposta e licenziata in Giunta trovava però un dissenso trasversale e pressoché totale e quindi veniva ampiamente emendata.
Il prodotto finale è però ancora largamente insufficiente e, in ogni caso, il ritardo e il temporeggiamento nella azione amministrativa lascia ancora aperti e insoluti molti dei problemi denunziati almeno tre anni fa.

La percezione dei problemi urbanistici e della trasparenza
La situazione dell’urbanistica è grave in sé, per le scelte fatte e per quelle non fatte, ma è anche grave per le questioni di metodo. Essa è percepita come tale in modo diffuso e trasversalmente ad ambienti sia della politica, sia del mondo dell’economia, sia degli ordini professionali, sia della società in generale. Ci sono numerosi esempi che vanno dai temi già citati (zona industriale ovest, Bid, Piruea) ad altri problemi ben noti (nuovo stadio, cittadella dello sport in area Vicenza est, ecc.).
Non è un caso che personalità insospettabili si sono spesso pronunziate sul tema dell’urbanistica rilevando la necessità di dare trasparenza nel metodo i lavoro dell’assessorato. Basti ricordare alcuni articoli di fondo dello stesso direttore del Giornale di Vicenza sul tema della trasparenza e, per ultima, l’argomentata intervista dell’avv. Maurizio Borra, segretario organizzativo di Forza Italia.
Anche la cancellazione della CEC ha tolto di mezzo un livello tecnico di analisi e di valutazione dei progetti che ha svolto un suo importante ruolo. La motivazione portata per questa operazione è stata la necessità di snellire l’iter e accrescere la produttività del settore urbanistico. In realtà, come dimostrato nel punto seguente, si è tolto di mezzo uno strumento fatto di tecnici legati alla realtà cittadina ma la produttività politica ed amministrativa dell’assessorato non ha avuto alcun pregevole incremento.
Produttività dell’assessorato all’urbanistica (oggetti portati in Commissione)
La tabella allegata propone l’elenco degli oggetti trattati dalla Commissione Territorio negli ultimi dodici mesi. Sono stati trattati 36 oggetti di iniziativa assessorile e 14 oggetti di iniziativa di consiglieri (delibere o mozioni).
Come si potrà constatare le questioni urbanistiche che hanno un certo rilievo complessivo, e che siano riconducibili ad un disegno di città riconducibile al progetto generale (Variante generale del prof. Crocioni), sono praticamente assenti.
L’analisi del lavoro della Commissione Territorio ci dice anche quale sia stata l’attività urbanistica effettivamente giunta in Consiglio. In sostanza, si conferma l’esistenza di un “tappo” per quanto riguarda la produttività del settore. Esso peraltro conferma una concreta mancanza di fiducia nei confronti del titolare del referato: molti oggetti presentati vengono ritirati, altri non arrivano perché non si ha la certezza di poter raccogliere il consenso nemmeno dentro la maggioranza.

Conclusioni
La mancanza di trasparenza, la volontà di “bypassare” le valutazioni dei consiglieri, a cominciare dalla Commissione Territorio, la confusione nelle scelte, ecc. sono ormai così evidenti che da molto tempo i progetti chiave dell’assessorato vengono stoppati in commissione. In alcuni casi si manifestano conflitti gravi con altre istituzioni (vedi le dichiarazioni di illegittimità su alcuni Piruea).
La produttività della Amministrazione comunale su questi temi (vedi il lavoro di commissione e di consiglio sui temi urbanistici) e talmente bassa, che ci induce ad affermare che l’organizzazione si è arrotolata su se stessa.
Il tempo trascorso in queste condizioni è ormai lungo e i danni che si producono ai cittadini ed al territorio urbano tende a progredire.
In sostanza, si pone l’interrogativo se la permanenza dell’attuale assessore sia un tappo al normale scorrimento delle decisioni amministrative in tema di territorio. Perché, se così non è, vuol dire che le responsabilità sono più generali.
In ogni caso, è urgente porre rimedio ad una situazione ormai non più tollerabile.

Intervista a Maurizio Borra: un messaggio trasversale
(documento redatto il 14-06-2005 da Sandro Furlan, capogruppo della Margherita in circoscrizione 6)

Ci sarebbe da ridere se non si dovesse ancora una volta piangere... Mi riferisco all'articolo, o meglio all'intera pagina, pubblicato dal "Giornale di Vicenza" il 12 giugno con l'intervista all'avvocato Borra, recentemente nominato segretario organizzativo di Forza Italia per la città.
Ovviamente non tutto succede a caso, e in effetti al di là dei proclami e delle "buone intenzioni" palesate nell'intervista è necessario leggere fra le righe per dedurne i "chiari" messaggi politici contenuti.
Innanzitutto è d'uopo domandarsi perchè il quotidiano dedica un'intera pagina al segretario organizzativo di F.I., se vogliamo una figura minore nel panorama politico cittadino; ma a questo, concedetemi, non risponderò subito lasciandovi la possibilità di immaginare da soli una possibile risposta.
Un primo messaggio risulta chiaro: gran parte dell'intervista si occupa della conduzione dell'urbanistica cittadina - materia che in teoria dovrebbe essere semisconosciuta all'intervistato (ma vedremo perchè questo non è vero..) - Al di là delle motivazioni più o meno condivisibili, è il "de profundis" per l'assessore Franzina "reo" di non avere dato la "trasparenza" necessaria nella conduzione del suo assessorato. Ma perchè allora il "Giornale di Vicenza" e l'avvocato Borra non hanno richiesto la stessa trasparenza quando era invocata dalla minoranza al termine della scorsa legislatura ad. es. nel caso del Piruea Pomari o del bando degli interessi diffusi? Ma tutto si spiega.. Vale la pena di ricordare che è da poco meno di un anno che il Direttore del "Giornale di Vicenza" ogni tanto pubblica dei redazionali alquanto critici nei confronti di Franzina ed adesso arriva la voce "ufficiale" che ne decreta, anche politicamente, la sua fine.
Io la interpreto così: Franzina politicamente non è più spendibile. Le vicende riguardanti gli 8 Piruea di fine febbraio ma soprattutto il bando degli interessi diffusi ne hanno minato la credibilità e l'immagine pubblica (non resisterebbe ad un attacco frontale e coordinato dell'opposizione su questi temi - attacco che però mi domando perchè non avviene... - possibile che debba essere il suo stesso partito a farlo - che opposizione siamo?) ed in più, dietro le quinte, ultimamente sembra non essere più in grado di assolvere pienamente al compito per il quale era stato "assunto". Per chi comanda quindi la politica "economica" (nonchè il Giornale di Vicenza) è assolutamente necessario ritrovare quegli assetti e quegli equilibri che finora hanno garantito una relativa tranquillità di agire indisturbati proprio nel settore urbanistico e dare un chiaro segno agli "avversari" - non politici, ma economici - su chi comanda ed intende continuare a farlo, ed è questo il secondo messaggio che si coglie. Allora è necessario preparare la strada magari per le prossime amministrative, che potrebbero non essere così lontane, ad una persona di maggiore fiducia rispetto allo "sfiduciato" Franzina e con un'operazione di facciata "ripulire" il settore e darsi una nuova immagine proprio in termini di rinnovata trasparenza e fiducia.
Riprendendo quanto detto all'inizio, ma perchè proprio l'intervista a Borra? E' forse lui la persona designata?
Potrebbe essere proprio così visto che l'avvocato Borra, fatalità (SIC!), mi risulterebbe essere l'avvocato di fiducia dell'archittetto INGUI (mi piacerebbe essere smentito proprio dal diretto interessato...) noto costruttore locale, nonchè co-proprietario del "Giornale di Vicenza" - Borra tra l'altro da indiscrezioni (ovviamente che verranno subito smentite..) parrebbe essere proprio l'avvocato che ha "costruito" il Piruea Pomari - Alla faccia della "trasparenza" tanto invocata all'interno dell'intervista, altro che Politica con la P maiuscola; anzi no, questa è proprio vera politica.

Che cosa si nasconde dietro le dichiarazioni di Borra?
(Documento redatto il 15-06-2005 da Emanuele Rivellino, segretario cittadino della Lif).

Se un lettore un pochino distratto desse un'occhiata veloce all'intervista rilasciata recentemente dall'avvocato Maurizio Borra alla stampa locale potrebbe pensare al copione di un film. Un film di quelli sulla Sicilia di Leonardo Sciascia dove anche le insegne delle botteghe possono nascondere messaggi trasversali. Certo è che se l'avvocato Borra volesse convincerci che la sua intervista sia nata per caso, francamente ci procurerebbe molto sollazzo, finanche un pochino di tenerezza per tanta ingenuità. Resta invece l'ombra lunga gettata dalle parole del segretario amministrativo di Fi sulla gestione dell'urbanistica locale, un porto delle nebbie i cui contorni si possono delineare leggendo tra le righe di quel benedetto colloquio col direttore de Il Giornale di Vicenza Giulio Antonacci. Ma proviamo ad esercitarci in questa decrittazione forse nemmeno tanto difficile facendo le chiose alle dichiarazioni dell'avvocato Borra. Le parti virgolettate citano testualmente il contenuto del pezzo pubblicato da Il Giornale di Vicenza il 12 giugno. «L'avvocatura è l'unico mestiere che so fare e mi consente di vivere senza la politica e perciò di essere libero da condizionamenti di natura economica». Significa questo che chi vive di sola politica, nel senso dell'indennità percepita si intende, non è libero? Ci sono per caso riferimenti alla recente presa di posizione dell'assessore all'urbanistica Maurizio Franzina quando si irritò per la proposta del sindaco Enrico Hüllweck di abbassare l'emolumento degli assessori? Borra dichiara inoltre che l'avvocatura è l'unico mestiere che sa fare. Non poteva ricordarsene quando assieme a Jimmy Greselin cercò di perfezionare l'acquisto del Vicenza Calcio? Una oscura trattativa che per la cordata Greselin si rivelò un pataccone senza copertura finanziaria. «L'occasione fa l'uomo ladro». Perché caro avvocato fa riferimento a questo proverbio così infelice, c'è qualche politico al quale lei allude? Se sì faccia i nomi, la prego. «L'attuale assessorato alla urbanistica sta lavorando come Hitler nel bunker gli ultimi giorni». La critica all'assessore all'urbanistica Maurizio Franzina è dura. E può starci. Ma perché solo ora? Nel bunker di piazza Biade però i guru della politica urbanistica sono anche il primo cittadino Enrico Hüllweck e la di lui consorte Lorella Bressanello (potentissima direttrice del Territorio che forse lei Borra conosce perché alcune indiscrezioni giornalistiche sostengono che voi due abbiate lavorato per la stessa persona). Perché allora lei non chiede anche ai due sposi di fare i bagagli? Franzina non può avere imposto le sue scelte all'esecutivo da solo o mi sbaglio?
«Se alcuni Piruea votati dagli attuali assessori in carica vengono dagli stessi sconfessati in pubblico che cosa significa?». Vorremmo sapere quali Piruea non la convincono. Che ne pensa l'avvocato Borra del Piano San Felice-Ftv? Va sconfessato in pubblico pure questo? Il titolo dell'intervista in questione è lunare: «Ridare moralità alla politica». Ma ora mi chiedo è eticamente accettabile quanto successo con la approvazione del Pp4-Pomari qualche anno fa? Quale è il giudizio dell'avvocato Borra sul Pp4? Alessandro Furlan, coraggioso capogruppo della Margherita in circoscrizione 6, fa ventilare una doppia ipotesi che lei sia il deus ex machina del Pp4 Pomari per conto di Gaetano Ingui, indiscusso re del mattone berico. Le risulta? Altra questione. Risulta all'avvocato Borra che tra le persone con le quali ha rapporti professionali vi sia qualcuno condannato con sentenza passata in giudicato per reati di corruzione? E giudicherebbe morale se quel qualcuno concludesse col comune di Vicenza una serie di accordi urbanistici tali da ridisegnare il volto della città?
A questo punto va fatta un'altra considerazione. Come mai il moralizzatore Borra non ha tuonato quando il pm Sandro Severi ha deciso di archiviare l'inchiesta a carico della moglie del sindaco dopo che da Venezia erano arrivati input affinché si indagasse sul Pp4? E così una parentesi si rende necessaria per chiamare in causa le responsabilità del pm che, a quanto pare, avrebbe rilevato elementi per procedere con l'inchiesta, ma vistosi alle strette per l'incombere dei tempi della prescrizione, avrebbe deciso per l'archiviazione. Ma che razza di motivazione è questa? E soprattutto che fine hanno fatto gli esposti in merito alla approvazione del Pp4 e del Pp6
che il sottoscritto e altri indirizzarono alle autorità? Quando per il Pp4 durante il precedente mandato Hüllweck in aula scoppiò un pandemonio, del quale il sottoscritto fu testimone come consigliere comunale, perché la procura non si mosse? Perché Sandro Severi non usò allora la stessa rapidità di altre delicatissime inchieste a lui assegnate come quella sulla caccia illegale di uccelli? Di questo chiedo pubblicamente conto al procuratore Ivano Nelson Salvarani; inoltre chiederò formalmente che il Csm apra una inchiesta circa la archiviazione del caso Bressanello-Pp4. Oltretutto risulterebbe che in quel fascicolo vi siano tre o quattro nomi di politici vicentini di primo piano che sarebbero stati beneficiati da "dazioni" di denaro. I vicentini hanno diritto di conoscere quei nomi. Quando li saprò anch'io li sottoporrò all'avvocato Borra e chiederò a lui se si è fatto un'idea di chi possa aver donato quel denaro.
Infine, per tornare al messaggio trasversale, vorremmo sapere quali sono gli avversari, politici e imprenditoriali per i quali è stato confezionato il messaggio. Mi sbaglio o in città è in arrivo uno tsunami politico all'ombra dell'urbanistica? Da quel poco che si capisce nell'intervista di Borra si legge qualche affondo nei confronti della maxi lottizzazione del gruppo Cestaro a Vicenza est, del piruea di Ponte Alto a Vicenza Ovest. Insomma, mi sbaglio o a Vicenza ci sono due cordate imprenditoriali, ognuna con i suoi referenti politici, che si stanno per scontrare? Se qualcuno conosce i nomi si faccia avanti. Ultimissima boutade è Borra a chiedere le dimissioni di Franzina o l'architetto Ingui? Che cosa pensa Borra dell'architetto Ingui? Si tratta di un uomo che tiene alla moralità in politica?