17 luglio 2006

Ederle 2 su Wikipedia, a quando in consiglio?

La querelle attorno al Camp Ederle 2 diventa sempre più aspra. Sarà solo un modesto segnale, ma la diatriba è da poche ore finita pure su Wikipedia (http://it.wikipedia.org), la più importante enciclopedia open source presente sul web; mala tempora currunt. Il tutto suona tra l'ironico e il grottesco: il dibattito sul Dal Molin finisce su una delle più importanti enciclopedie al mondo, mentre in consiglio comunale non se ne può parlare. Vi immaginate che cosa succederebbe se il sindaco di Livorno si comportasse come ha fatto Enrico Hüllweck? Io sì. Se volete farvi un'idea collegatevi col sito de Il Vernacoliere (http://www.vernacoliere.com)

15 luglio 2006

Dal Molin e il caso Vicenza

Dopo anni di stasi il dibattito politico a Vicenza ieri ha fatto un salto di qualità. Dalla questione del camp Ederle 2 alla gestione dell'urbanistica ieri al forum organizzato dai Comunisti italiani all'hotel Alfa si è potuto parlare di politica con un profilo alto.

Giorgio Langella il segretario provinciale del Pdci ha organizzato le cose con puntiglio. Oltre all'onorevole Oliviero Diliberto, segretario nazionale del partito, ieri all'hotel Alfa c'erano il segretario della Cgil Oscar Mancini, la portavoce dei comitati contro il Dal Molin Cinzia Bottene, nonché Olol Jackson il portavoce dell'osservatorio berico sulle servitù Militari, quattro relatori che dalle 21 alle 23 hanno parlato di fronte ad una sala quasi tutta gremita da oltre 250 persone.

LO SCENARIO. Diliberto ha tracciato un breve scenario che va dalla situazione mediorentale al conflitto tra Israele e Libano, poi ha criticato duramente l'amministrazione Bush: «Chi sostiene che la guerra preventiva è stata utile a diminuire la minaccia terroristica è stato tragicamente smentito dai fatti. La diplomazia non esiste più e gli Usa, rimasti unica superpotenza sul globo tendono a risolvere ogni conflitto politico internazionale con la guerra, con le conseguenze che tutti conosciamo». Ed è proprio in questo scenario di grandi tensioni internazionali che Diliberto vede una minaccia «per una Vicenza che col raddoppio preventivato della nuova base Usa rischia di diventare l'obiettivo numero uno in Europa per gli attacchi terroristici». Ma il segretario nazionale del partito proprio concludendo ha fatto una zoomata sulla situazione locale: «Ma ai vicentini conviene poprio tutto cio? Conviene ai vicentini o a un paio di consorterie edilizie alle quali è stato promesso un fiume di denaro? In Sardegna stanno rinunciando alla base della Maddalena e lì sì si stratta della unica fonte di guadagno per i residenti e Vicenza con le sue industrie che fa? Si fa abbindolare dalla promessa di non si sa quali guadagni? I Ci sono contrari comunque a questo insediamento e con tutte le nostre forze chiederemo al governo di dire no».

QUESTIONE GOVERNATIVA. Ma ieri però Diliberto per la prima volta da quando è scoppiato il caso Dal Molin è entrato nello specifico della procedura con la quale l'amministrazione Usa conta di iniziare i lavori e ha fornito una versione mai raccontata sui media. Allo stato attuale l'unico pronunciamento ufficiale dello stato maggiore della difesa è quello «di una richiesta presso la direzione generale del ministero dei lavori pubblici», responsabile delle aree demaniali civili come quella del Dal Molin, sulla quale gli americani vorrebbero realizzare la base. Tale richiesta per legge però può avvenire solo su input del ministro della difesa. «Se tale input non è agli atti e manca lo stato maggiore può persino essere incriminato per abuso d'atti d'ufficio». Il resto della pratica risulta così in mano al ministro dei lavori pubblici Antonio Di Pietro (IdV). Qualora il protocollo d'intesa con gli Usa fosse stato secretato «spetterà al ministro competente rimuovere il segreto con un decreto ministeriale e non governativo». Diliberto comunque ha dichiarato nero su bianco che ai primi della settimana prossima incontrerà personalmente «il ministro degli esteri Massimo D'Alema dei Ds, il ministro della Difesa Arturo Parisi della Margherita e quello dei lavori pubblici Antonio Di Pietro dell'IdV. Sono tutti nostri alleati. Dopo averli incontrati provvederò a redigere una interrogazione parlamentare affinché il governo si pronunzi inequivocabilmente in aula tra martedì e giovedì, davanti a milioni di italiani in diretta tv». Poi un ultimo affondo sul sindaco berico Enrico Hüllweck: «Ne avevo conosciuti tanti di sindaci di centrodestra, ma uno come Hüllweck mai. Non riesco nemmeno ad esprimere un commento su un primo cittadino che rispetto ad una questione così delicata baratta qualche articolo di stampa come il confronto con la città. I vicentini debbono far sentire la loro voce».

GIORGIO LANGELLA. Va ricordato che la serata di ieri è di quelle che potrebbero segnare una svolta nella politica locale. Giorgio Langella, segretario provinciale del Pdci, come Diliberto, ha preso in mano il filo rosso che unisce «base Usa, urbanistica, politica amministrativa, gestione del territorio e informazione» e ha detto «ora basta, adesso si comincia a lavorare seguendo i bisogni della gente e non le logiche degli equilibri». Poi una serie di riferiremineti facilmente intuibili nei confronti del Diessino Ubaldo Alifuoco e in generale sul pacchetto dei consiglieri comunali della Quercia, messi sulla graticola non solo «per una certa arrendevolezza» relativa al caso della Ederle 2, ma pure sul caso della variante alla zona industriale: «Sono stati concessi una serie di cambi d'uso indiscriminati, che impoveriranno la città e indeboliranno i lavoratori». Una legnata sui denti a Ds e Margherita che segue a quella assestata da Verdi e Lif. «Ribadisco che da oggi si cambierà registro, niente più sconti a nessuno» ha detto Langella.

OSCAR MANCINI. Così in una serata in cui non c'è stato un solo momento di stasi anche le parole di Oscar Mancini (segretario provinciale della Cgil e uomo di spicco della Quercia berica) hanno risuonato nelle orecchie di molti alleati dell'Unione. «Si punta giustamente l'attenzione sul sindaco di Vicenza, ma non dobbiamo dimenticarci la presidente della provincia Manuela Dal Lago che cerca di defilarsi salvo poi ammettere che è stata all'ambasciata Usa a Roma e che è favorevole alla base Usa perché porterà lavoro». Poi la stilettata: «Ma come mai gli extracomunitari americani portano lavoro e gli altri extracomunitari ce lo toglierebbero». Poi un altro affondo nei confronti di palazzo Nievo: «Nel dopoguerra ad oggi in provincia si sono costruiti una infinità di capannoni. Se li mettessimo in fila verrebbe un parallelepipedo largo dieci metri, alto dieci e lungo 500 kilometri. Mi viene da ridere perché nel piano territoriale elaborato a palazzo Nievo si dice a parole che si bloccheranno le nuove edificazioni poi nei fatti si sceglie un'altra strada». Il segretario, senza farne il nome, ha pure indirizzato alcune stilettate a Il Giornale di Vicenza, per la posizione assunta sul tema del territorio e della base Usa durante le ultime settimane.

JACKSON E BOTTENE. Sulla stessa linea Jackson e Bottene i quali hanno aggiunto: «Rifiutiamo la logica di chi ci taccia di antiamericanismo. Sono balle. Il Dal Molin 2 non deve essere costruito anche per ragioni di natura ambientale. Sarà un blocco di cemento alto venti metri e lungo un kilometro, a ridosso di una strada, quella di Sant'Antonino che è già un budello». Di seguito un'accusa al sindaco azzurro Enrico Hüllweck: «È inutile che ora tenta di chiamarsi fuori dalla vicenda. In passato si è dichiarato favorevole. I ritagli di stampa di una anno fa e i verbali delle riunioni romane lo hanno sbugiardato miseramente».

LA LETTERA DELLA LIF. E a margine del forum di ieri si è pure parlato della lettera aperta indirizzata a Diliberto da parte del segretario provinciale della Lif Emanuele Rivellino. Rivellino, che già un anno fa aveva cercato di favorire un fronte comune con i partiti minori dell'Unione, aveva lamentato una sorta di conventio ad excludendum nei confronti della Lif. La tensione si era acuita a metà settimana quando da ambienti vicini ai Verdi e ai Ds erano partite indiscrezioni precise sul conto della Lif e del suo segretario nazionale Renato Èllero, visto appunto come il referente del Gruppo Pavan e del Gruppo Maltauro. Tant'è che Rivellino era intervenuto ieri prendendo carta e penna per «fare chiarezza una volta per tutte. Punto primo - sostiene Rivellino - quando la Lif ha sostenuto il governo Dini, i voti del senatore Èllero sono stati assai graditi al centrosinistra. Secondo, al nostro segretario furono offerte cariche istituzionali di primissimo piano a livello nazionale, sempre rifiutate, perché la Lif è un partito che a differenza di molti altri non ha interessi particolari da difendere. Figuriamoci poi, ammesso ab absurdo che ci interessasse qualche rendita di posizione, se ci andiamo ad impelagare a Vicenza, quando le prospettive fatte balenare al nostro segretario nazionale erano ben altre. In realtà - spiega ancora Rivellino, la nostra politica fatta di rigore e di denuncia degli intrallazzi tra politica ed economia ha sempre dato fastidio a qualche caporione locale. Ed ecco spiegata la ragione del venticello alimentato da qualcuno che vorrei conoscere, il quale mai però ha avuto il coraggio di venire a dirci le cose in faccia». Di seguito Rivellino ha avuto parole di stima per Langella e Diliberto: «Sono contento per la disamina approfondita e coerente che hanno dato della situazione a Vicenza. Hanno evidenziato quelle criticità che anche noi segnaliamo e sono felice perché mi pare di capire che da oggi si possa lavorare seriamente insieme».

LA PROSPETTIVA POLITICA. Dopo il forum di ieri la prospettiva politica è cambiata. La Margherita e i Ds escono isolati, anche nel percorso verso il partito democratico ipotizzato dai big dei due partiti. Sul versante opposto sembra di intravedere una nuova aggregazione (Ci, Rc, IdV, Lif, Verdi, sinistra Ds, Cgil) che in previsione delle prossime provinciali e delle prossime comunali potrebbe porre come pregiudiziale per una alleanza col resto dell'Unione la cosiddetta questione vicentina; ovvero quel viluppo tra economia, pezzi di partiti, urbanistica e informazione che ha permesso negli ultimi 20 anni ad una ristretta consorteria economica di dominare sulla città, usando la politica, anche nelle fila del centrosinistra, come puntello di un potere che da quattro lustri è immutato e che ha prodotto ricchezze per pochi e devastazione del territorio.

Marco Milioni

07 luglio 2006

Commissione oneri?

Da un paio di giorni a palazzo Trissino circola una indiscrezione. Ci sarebbe qualche consigliere comunale con una richiesta precisa per il sindaco Huellweck e soprattutto per il presidente del consiglio Sarracco. Istituire una commissione speciale sugli oneri di urbanizzazione. Sì perché sembra che qualche esponente della Cdl si sia lamentato di come gli uffici tecnici abbiano gestito negli ultimi mesi la cosa. Sarà vero? Chi lo sa, si attendono conferme da palazzo. E c'è di più. Sembra che qualcuno nella maggioranza della Cdl stia chiedendo lumi alla giunta sul futuro di Aeroporti Vicentini. Lumi sulle capacità del cda in rapporto ai costi del cda medesimo.