13 giugno 2006

Avioscalo berico, che succede?

A Vicenza ne succedono di tutti i colori. In città si parla di conflitto di interessi affibiato al presidente di Aeroporti Vicentini Beppe Sbalchiero, visto che sua moglie, a giudizio di alcuni organi di stampa, figura tra i soci di Voli Regionali. Che fa il comune? Come reagisce? Chiederà i danni al cda di Aeroporti Vicentini se danno c'è stato nei confronti di Voli Regionali?

12 giugno 2006

DS e Verdi intervengono sul Dal Molin

Durante il week-end l'onorevole dei Verdi Luana Zanella e l'onorevole dei Ds Lalla Trupìa hanno fatto un veloce sopralluogo al Dal Molin. Hanno poi contestato il possibile insediamento della nuova base Usa e hanno attaccato l'amministrazione comunale accusandola di non avere informato i cittadini. Poi hanno denunciato le speculazioni edilizie che potrebbero essere il corollario dell'insediamento Usa a Vicenza, ribadendo il no fermo, ma non per motivi ideologici, da parte del centrosinistra

05 giugno 2006

Urbanistica: giugno ricco

In questi giorni si parla tanto di nuova base Usa, ma è sul piano complessivo dell'urbanistica che in città si gioca una partita delicatissima per la quale è bene che i media e la politica prestino la docuta attenzione. Si sa che entro il 30 giugno il consiglio è chiamato alla approvazione degli otto maxi Piruea, quasi tutti contestati assai duramente. Fra questi spicca il Piruea Ftv che da solo pesa 150.000 metri quadri, l'equivalente degli altre sette messi insieme (per un totale di 300.000). Poi c'è la partita a Laghetto: Pp10 (290.000 metri quadri) e adiacente base Usa bis al Dal Molin. Ancora, variante alla zona industriale: un milione di metri quadri in ballo. Nella proposte di deliberazione della giunta ci sono alcune aperture nei confronti dei proprietari (vedi Valbruna, vedi caso del mancato ricorso al consiglio comunale per certi cambi d'uso, vedi il caso dei 50 euro al metro quadro come in dennizzo per il comune, rifiutati dagli industriali, per chi rinnova la destinazione dei lotti). Insomma siamo di fronte ad una partita da oltre mezzo miliardo di euro che vede gli interessi della collettività troppo spesso soccombenti. Che cosa fanno le forze politiche a Vicenza? Che orientamento assumeranno? Ultima postilla. Sembra ormai evidente che nella maggioranza della Cdl che regge le sorti di palazzo Trissino ci sia una contrapposizione frontale tra chi sostiene alcuni piruea (Lanerossi in primis, poi Marte, Res etc., vedi fedelissimi del primo cittadino) e chi sostiene il maxipiano Ftv (vedi Dal Lago e l'area, chiamiamola così culturale, prossima al Gruppo Ingui). Scommettiamo una pizza che se l'impasse continuerà, a ridosso del 30 giugno su il Giornale di Vicenza comparirà qualche articolo in cui si paventano richieste milionarie di danni se qualche pirea non passa? Scommettiamo che si creerà una situaizone analoga a quella che si creò durante la prima consiliatura Hüllweck quando il Gruppo Ingui minacciò fuoco e fiamme nei confronti di quei consiglieri che non avessero detto sì al suo Pp4? Si è reso conto il sindaco che nella Cdl e in parte nell'Unione c'è un pacchetto di consiglieri dormienti che se si dovesse materializzare il momento del "o la va o la spacca" potrebbero essere disposti ad azzoppare i piruea targati Huellweck e a benedire, con le opportune modifiche i pirea targati Dal Lago? Si è reso conto il primo cittadino che è in atto una manovra di erosione del sostegno consiliare nelle fila di An, Udc e Fi? Se ci azzecco vorrei sapere se qualcuno passerà a farmi i coimplimenti per la previsione avverata.

Caso GdV, troppe cose non si capiscono

A leggere Il Giornale di Vicenza di questi giorni non si capiscono troppe cose. Non si capisce perchè si difenda l'operato della testata e dei cronisti, da un presunto svarione del sindacato dei giornalisti veneti, visto che il sindacato non ha attaccato alcuna testata né tanto meno qualche cronista de Il Giornale di Vicenza, bensì il sindaco berico (vedi comunicato della Associazione della Stampa Veneta). Insomma a leggere il pezzo del 2 giugno 2006 Non si capisce perché il maggior quotidiano berico individui nel dispaccio del sindacato (nemmeno pubblicato, non è che si teme il confronto del lettore per caso?) una critica che non c'è. L'unica cosa che viene in mente è un detto latino medievale: excusatio non petita accusatio manifesta.

E la cosa si ripete puntualmente oggi ancora in termini più farseschi. Il Giornale di Vicenza titola: Il segretario della Fnsi corregge lo svarione del sindacato dei giornalisti del Veneto. Ovviamente nel comunicato autentico del segretario della Fnsi non c'è alcun accenno a svarioni o lacune della componente regionale della Fnsi; Serventi Longhi ripete in modo diverso quanto già detto dal presidente dello stesso sindacato Franco Siddi: ovvero staffilate per Enrico Hüllweck (Il Vicenza, 3 giugno 2006): «Un attacco al pluralismo, un tentativo di creare una stampa embedded che rappresenta un grave errore per chi ha un mandato pubblico da rispettare». Insomma o Serventi Longhi smentisce Siddi o Siddi e Serventi Longhi dicono la stessa cosa, allora è Il Giornale di Vicenza che è andato per farfalle, finendo così per abbaiare all'albero sbagliato. Mi sembra di capire che la logica difetti a qualcuno. Non si capisce poi come mai una stuolo di politici, diciamo così di primo piano oltre al forzista Enrico Hüllweck che sua sponte ammette «si trattava di comunicazioni politiche... non avevo alcun obbligo di inviare testate che non gradisco o che non ritengo in linea con il mio operato» si metta a esternare sui giornali. I nomi? Arrigo Abalti di An; Matteo Quero dei Re; Ubaldo Alifuoco, Diego Bardelli e Gigi Poletto dei Ds. Perché questi signori difendono Il Giornale di Vicenza e il suo cronista (Gian Marco Mancassola è vermanete in gamba e non ha bisogno di nessuna difesa per un qualcosa che non ha fatto) da una accusa mai mossa da nessuno? Ancora: excusatio non petita, accusatio manifesta. Ma allora che sta succedendo alla direzione de Il Giornale di Vicenza. C'è aria di critica per la linea assunta dal direttore Giulio Antonacci e garantita dal presidente di Assindustria Massimo Calearo che tra qualche ora riunisce i vertici di Confindustria? Ci sono crepe all'interno della redazione o i messaggi dati in pasto al pubblico non sono che segnali per qualche giornalista dissenziente, magari guardato un po' più a vista di qualcun altro o magari lasciato a ricoprire incarichi tranquilli? C'è qualcuno dei soci di Athesis, la società che controlla il GdV, con impellenti bisogni urbanistici che brama perchè l'informazione sul caso base Usa 2 sia un po' più ovattata rispetto a ciò che l'etica professionale vorrebbe?

Base Usa, caso mediatico?

Il Caso della nuova base americana a Vicenza sta scatenando anche una guerra mediatica. A tal proposito riportiamo una nota scritta della Lif di Vicenza. Ecco qui di seguito il testo.

GIOVEDI 1-06-2006

- AL CONSIGLIERE DELEGATO DI ATHESIS SANDRO ZELGER
- AL PRESIDENTE DI ASSINDUSTRIA VICENZA MASSIMO CALEARO
- AL DIRETTORE DE IL GIORNALE DI VICENZA GIULIO ANTONACCI
- AL SINDACO DI VICENZA
- ALL'ORDINE DEI GIORNALISTI DEL VENETO
- AL SINDACATO DEI GIORNALISTI DEL VENETO
- AL SINDACATO NAZIONALE DEI GIORNALISTI

- AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE

Quanto accaduto in questi giorni a Vicenza attorno al caso Dal Molin è estremamente grave e riporta d'attualità l'importanza della questione relativa all'intreccio tra impresa, politica e media. Ecco una piccola cronistoria.

Due settimane fa l'assessore municipale al traffico, Claudio Cicero di An, ribadisce durante il consiglio comunale che le sue trasferte romane dell'ultimo anno non hanno nulla a che fare col nuovo insediamento militare Usa previsto al Dal Molin. Nella medesima seduta una richiesta di dibattito urgente del consigliere Franca Equizi viene cassata dal sindaco Enrico Hüllweck di Fi con scuse risibili.

Giovedì 25 maggio, durante una infuocata seduta del consiglio comunale, alla presenza dei rappresentanti del comando americano a camp Ederle, l'assessore Cicero, quello che la settimana prima aveva detto che le sue trasferte romane non avevano nulla a che fare col nuovo insediamento Usa a Vicenza, mostra in aula una animazione in tre dimensioni in cui si vedono i progetti della nuova base. Frattanto i parlamentari del centrosinistra, coalizione che da poco governa a Roma, interpellano il governo medesimo per avere lumi circa lo stato della pratica. Iter che era sempre stato negato dalla giunta locale. Sempre giovedì 25 maggio dalla capitale arriva la conferma che l'esecutivo risponderà in sede di question time alla camera il 31 maggio.

Martedì 30 maggio il presidente del consiglio comunale Sante Sarracco si rifiuta di accettare una domanda di attualità e una richiesta di dibattito urgente sul caso Dal Molin, sempre redatte da Equizi; questa denuncia Sarracco per rifiuto d'atti d'ufficio.

Lo stesso giorno in municipio il sindaco incontra il comandante della Ederle Jason Kamiya. Al relativo incontro con la stampa sono invitati solo Il Giornale di Vicenza e Tva Vicenza. Un cronista de Il Vicenza, viene allontanato dallo staff del sindaco perché non gradito.

Mercoledì 31 maggio Il Giornale di Vicenza dedica all'incontro, dal quale emerge nulla di significativo a quanto si legge, grande spazio. C'è la locandina: «A Vicenza i lavori partiranno nel 2007»; la prima pagina: Gli americani scommettono sul Dal Molin, «Lavori dal 2007»; la pagina 11: «La nuova caserma, lavori al via nel 2007»; ancora a pagina 11: «Dal governo Berlusconi il primo sì alla fattibilità»; ancora a pagina 11: Dollari per il raccordo anulare. Non uno spazio alle polemiche consiliari; non una voce dissenziente.

Lo stesso giorno alle 15 in diretta sulla Rai il vicepremier Francesco Rutelli sbugiarda davanti a tutti gli italiani la giunta berica della CdL, spiegando alla nazione che gli americani avevano espressamente chiesto di coinvolgere la cittadinanza vicentina, ma che la giunta ha taciuto, sempre.

Giovedì 1 giugno, il Giornale di Vicenza dedica alle dichiarazioni di Rutelli e dell'onorevole Mauro Fabris (Udeur) un modesto taglio a pagina 13, nel quale tra l'altro non si menzionano le accuse di avere mentito alla città. Si apre invece la cronaca locale con un servizio che parla di alcuni barboni a monte Berico.

Giovedì 1 giugno il quotidiano Il Vicenza torna sull'argomento relativo alla esclusione di tutte le testate locali dall'incontro con il generale Kamiya (con la esclusione di Tva e de Il Giornale di Vicenza). Hüllweck pacificamente ammette, si citano le parole virgolettate: «Solo cronisti graditi... si trattava di comunicazioni politiche... non avevo alcun obbligo di inviatre testate che non gradisco o che non ritengo in linea con il mio operato». Gli esclusi, fra i tanti, sono: Il Gazzettino, Il Corriere Veneto - Corriere della Sera - Il Vicenza; Vicenza Più; La Sberla; Canale 68 Veneto; Antenna Tre.

Premesso che in queste ore Ordine dei Giornalisti e sindacato si stanno occupando di questa incresciosa vicenda, emerge lampante come la esclusione di alcune testate sia stata architettata per confezionare una realtà mediatica difforme da quella reale (per quale arcano motivo? Quali interessi poco chiari ci sono in ballo?). Ci stupisce che un giornale come Il Giornale di vicenza possa prestare il fianco, chissà per quali ragioni, ad una operazione del genere, ma invitiamo tutti a prendere in considerazione la gravità di quanto accaduto.

Caro sindaco quando una testata non esercita il suo ruolo in modo critico ed è «in linea con il suo operato» per usare le sue parole, non è più una testata giornalistica ma un ufficio stampa. E il comune un ufficio stampa già ce l'ha. Dobbiamo capire, per la proprietà transitiva, che le caratteristiche del bravo operatore nelle public relations vadano affibiate alle testate a lei amiche?

Faccio presente un altro paio di cose, signor sindaco. In consiglio comunale il consigliere Equizi le ha chiesto a più riprese se Tva e Il Giornale di Vicenza beneficino di convenzioni col comune. È vero? Le ricordo che un giornalista di Tva, Luca Fajetti tratta di politica comunale guarda caso, è stato pizzicato (documentato dai verbali delle sedute) come beneficiario di un contributo in denaro da parte del comune per aver svolto il ruolo di coordinatore di una testata comunale. Non un è un conflitto di interessi? Le ricordo che un giornalista, anzi un ex giornalista di Tva, Fabio Carraro guadagna 180 milioni di lire all'anno per fare il portavoce del primo cittadino. Sì proprio quel Carraro che ha escluso materialmente gli altri dalla conferenza stampa incriminata. Caro sindaco, ricordare i suoi trascorsi nel Msi e la sua idiosincrasia verso il contraddittorio è sin troppo facile, ma la città deve sapere. La città deve anche sapere come alcune testate locali però hanno prestato il fianco a questo gioco tanto scandaloso quanto pagliaccesco, quanto inutile, perché la città ora è più inviperita di prima.

Ultima annotazione. Fa specie che a stigmatizzare l'accaduto (vedi Il Vicenza di oggi pagina 23), sia stata la sezione veneta del sindacato dei giornalisti e non quella vicentina. Perché? C'è qualcosa che il sindacato locale sa o non sa?

Emanuele Rivellino
segretario provinciale LIF